
Una legge sugli influencer: in Francia comincia una nuova rivoluzione
Una rivoluzione francese 3.0 è quella che coinvolgerà gli influencer francesi, sotto tiro per il loro lavoro di promozione di canoni estetici inarrivabili
In Francia, in questi ultimi giorni, c’è un clima tutt’altro che rilassato. Oltre ai tumulti nella capitale e in tutto il paese dovuti alla riforma delle pensioni, il malcontento spopola anche sul web. Protagonisti sono gli influencer del paese, messi sotto tiro da una nuova proposta di legge promossa da Bruno Le Maire, Ministro dell’Economia e delle Finanze.
La nuova legge, se approvata, richiederà a tutti gli influencer di segnalare le immagini ritoccate con i filtri e prevederà il divieto di sponsorizzazione di interventi di chirurgia estetica, ma anche di prodotti farmaceutici e di tutti gli investimenti “miracolosi” del quale il web si sta riempiendo in questi ultimi anni. Di questi argomenti si potrà comunque parlare, ma sarà vietato farlo in partnership commerciale con un qualsiasi brand, azienda e organizzazione. Per chi non rispetterà questa nuova regolamentazione saranno previsti fino a due anni di carcere e multe fino a 30.000 euro.
C’è davvero bisogno di una regolamentazione di questo tipo?
La risposta breve è: “assolutamente sì” e non solo in Francia, ma in tutto il mondo. Alcune categorie di influencer offrono una percezione della realtà completamente distorta e questo va a riflettersi sui comportamenti quotidiani di tantissime donne e ragazze, ma anche uomini e ragazzi, a livello globale. Secondo una ricerca a cura di Edelman Data & Intelligence:
- il 52% delle ragazze utilizza sempre filtri sui social media,
- il 77% delle intervistate, quando pubblica una foto online, cerca sempre di modificare o nascondere almeno una parte del proprio corpo.
La Digital Distorsion, quindi, costituisce un serio problema nel mondo moderno e comporta numerose ripercussioni sulla salute mentale degli utenti, soprattutto su Instagram e TikTok dove l’immagine è tutto.
Con questa legge, il ministro francese Bruno Le Maire desidera proteggere il benessere psicofisico e sociale di tutti quei soggetti che faticano a distinguere i contenuti modificati e le distorsioni della realtà, rivolgendosi soprattutto alle categorie più vulnerabili e manipolabili, come i giovani che sui social media trascorrono gran parte del loro tempo. Gli interventi di medicina estetica, soprattutto tra i giovanissimi, sono in continua ascesa e uno tra i motivi per cui una legge del genere rappresenterebbe una svolta è perché contribuirebbe a proteggere la Gen Z (e non solo) da tutte le problematiche legate alla bassa autostima e alla mancata accettazione di sé, che nei casi più gravi possono sfociare in DCA, depressioni e altre patologie di questo tipo.
Internet non è un posto senza regole
Anche se la legge proposta da Le Maire sembra una censura per gli influencer, la realtà è che nasce proprio per proteggerli da sponsorizzazioni dannose per sé stessi e per gli altri. Lo stesso ministro ha affermato, in un’intervista a Franceinfo, che “internet non è il Far West” e che una definizione della professione di influencer è necessaria, oggi più che mai.
Molte persone, soprattutto tra i più giovani, utilizzano gli influencer come principale canale di informazione per gli argomenti di loro interesse: al pari dei media tradizionali. L’obiettivo di Le Maire è arrivare proprio a questo: a una legislazione che metta gli influencer al pari dei canali media, richiedendo etica e sicurezza per i contenuti pubblicati, nonché una verifica delle fonti prima di affrontare qualsiasi tipo di argomento.
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